A pochi mesi dall’uscita al cinema del film Conclave di Edward Berger, che parafrasa quello che avviene nei giorni post mortem del pontefice e i rituali da seguire per la scelta del nuovo successore, ieri lunedì 21 aprile Papa Francesco è passato a miglior vita, attivando la complessa macchina rituale vaticana, fatta di storia, protocolli e tradizioni millenarie da rispettare.

Addio a Papa Francesco
La morte del pontefice ha sconvolto il mondo. Francesco, con la sua voce progressista e rivoluzionaria, umile e semplice, aveva avvicinato a sé anche chi non professa una fede profonda, ergendosi ad emblema della tutela dei più deboli e a portavoce di un agire volto al bene collettivo. Sabato verranno celebrati i funerali e solo al termine dei riti funebri la Chiesa avrà l’arduo compito di scegliere un successore che raccolga la sua eredità e ricopra il ruolo del Santo Padre con una visione personale ma filantropica e socialmente responsabile.

Conclave
Il nuovo Papa verrà eletto con il Conclave, dal latino cum clave, cioè “(chiuso) con la chiave” o “sottochiave” con cui si indica la riunione dei cardinali elettori che hanno il compito di eleggere il nuovo Santo Padre. Ed è qui che entra in gioco il film sopra citato, Conclave, che svela i segreti del processo di votazione del pontefice nella Cappella Sistina.

A presiedere la procedura nei panni del Camerlengo c’è il Cardinale Dean Lomeli, interpretato da Ralph Fiennes, un uomo riflessivo, umile e profondamente devoto, ex Segretario di Stato vaticano, ora incaricato di guidare un momento storico e spiritualmente carico. Nei ruoli di papa ad interim in questi giorni c’è il Cardinale Kevin Joseph Farrell, a cui è spettato il funesto compito di annunciare al mondo la morte di Papa Bergoglio.
Il film è una panoramica di quello che succede all’interno delle mura vaticane tra i 118 cardinali che si preparano alla votazione, ognuno portatore di visioni teologiche, background culturali e interessi personali molto diversi. Si alternano personalità carismatiche e mediatiche come Cardinale Tremblay, interpretato da Stanley Tucci, considerato tra i favoriti alla successione papale; quelle più rigide e conservatrici, a volte razziste, come quelle del Cardinale Goffredo Tedesco, interpretato da Sergio Castellitto; o quelle progressiste e brillanti rappresentate dal Cardinale Gutierrez (Ismael Cruz Córdova).

Senza troppi spoiler sulle vicende narrate e il colpo di scena finale, il film pone sotto i riflettori come la scelta della più alta carica ecclesiastica sia un susseguirsi umano di trattative silenziose, sguardi enigmatici e decisioni influenzate da ragioni che vanno oltre la fede. Un’overview sulla possibilità di prendere le decisioni giuste e di continuare a fare quelle sbagliate e viceversa.
Le curiosità del Conclave
Il film, attraverso una fotografia stupenda e un cast eccezionale, ci mostra il lato segreto di un rituale che segue linee gerarchiche che dovrebbero essere estranee a tanto elitarismo. La pellicola è una parafrasi della contemporaneità, ma non sappiamo davvero quali storie, giochi di potere e dinamiche si inneschino realmente all’interno di questo processo. A rendere tutto esteticamente accattivante anche i costumi realizzati per apparire più scenografici degli originali.
Lisy Christi, con l’aiuto della costume supervisor Ilaria Marmugi, ha contribuito allo sviluppo della storia attraverso gli abiti. E sapete qual è la curiosità più scioccante? Ha preso ispirazione da un look della collezione Haute Couture Fall 2022 di Balenciaga.

Le uniformi dei cardinali, tutte molto simili tra loro, sono state realizzate in una tonalità di rosso più calda del classico rosso cardinale, così come i tessuti scelti per le casule (abiti) e per le mitre (copricapi).

Ad essere fedelissimi alle versioni originali, i 530 gioielli che, per il film, sono stati realizzati dalla Bottega fiorentina Penko. Il processo di creazione è stato interamente artigianale, un omaggio alle tecniche tradizionali che conferiscono a ogni pezzo un’aura di unicità e autenticità
A differenziare i cardinali entrano in gioco proprio le croci indossate da ognuno di loro, che raccontano storie diverse: quelle più pompose appartengono ai più tradizionalisti, quelle più sobrie ai più progressisti.


Racconto cinematografico che si interseca alla realtà: è questo il momento storico che stiamo vivendo. Sebbene la Chiesa sia lontana dagli interessi di molti, non possiamo negare quanto incida nelle vicende politiche, storiche e culturali al punto tale da esserne quotidianamente influenzati senza nemmeno accorgercene.
Arianna Chirico
